Come e ben noto, il Papato avignonese sviluppd enormemente la centralizzazione del sistema amministrativo della Chiesa, e cio si verified soprattutto nel campo della collazione dei benefici. Le provviste apostoliche aumentavano sempre di piu grazie all'uso dei vari privilegi, come riserva, aspettativa, commenda e cosi via. Ma questa politica papale suscito forti avversioni e confusioni nelle chiese locali, alle quali competevano le elezioni ordinarie. Proprio in quest'ambito, anche nella diocesi di Firenze successero conflitti nei riguardi di un ricco beneficio del piovano di Santa Maria Impruneta durante il pontificate di Giovanni XXII. Per difendere il diritto del beneficio, II capitolo e la famiglia Buondel-monti, la quale possedeva il giuspatronato della chiesa, dovettero combattere lunghe e dure lotte processuali, prima contro Federico Bardi, allora canonico fiorentino, poi contro il cardinale Giovanni Caetani Orsini, legato pontificio. In fine, la seconda contesa indusse il legato a scagliare l'interdetto sulla citta di Firenze nel maggio del 1331, il quale sarebbe durato ben 19 mesi. Qui il Comune fiorentino dovette intervenire e prendere misure in qualche modo per farselo revocare. I corsi delle controversie vengono rintracciati tramite diversi documenti notarili conservati nel fondo Diplomatico(Dono Rinuccin-i) dell'Archivio di Stato di Firenze. La ricostruzione della vicenda e l'esame delle posizioni d'interessi diversi della chiesa locale (il capitolo d'Impruneta e i Buondelmonti), del Papato e del Comune ci offrono un'im-magine concreta per comprendere interessanti ma intrecciati rapporti fra l'ordine ecclesiastico e quello civile in quel periodo.
|